30 maggio 2013

GeoGuessr


Oggi ho scoperto GeoGuessr (geoguessr.com), un giochino basato su Google Street View dove vieni catapultato su una strada ignota del globo terracqueo e devi indovinare dove ti trovi sulla mappa. Più ti avvicini, più punti fai. Cinque posti per cinque round.

Ci ho giocato quattro o cinque volte ed il mio punteggio più alto è stato 25434. Ma aiutandomi con Google attraverso le indicazioni stradali/cartelloni pubblicitari che si vedono nella street view. Se volete confrontarvi con gli stessi cinque luoghi cliccate su: http://geoguessr.com/?s=eyJ0b
Il punteggio massimo senza aiuto di Google, ma solo basandomi su quello che vedevo è stato 17840. Riuscite a fare meglio? http://geoguessr.com/?s=eyJ0b3R

21 maggio 2013

Spaghetti alla zucchinara

Rullino i tamburi e rullino pure le trombe: ritorna la rubrica culinaria di Steal this Blog.
Questa ricetta, una rivisitazione della carbonara con le zucchine al posto della pancetta, è stata effettuata grazie ai suggerimenti imprescindibili e l'influsso salvifico di Harley Chef. La motivazione risiede in un paio d'ova che giacevano in attesa nel mio frigorifero (no, non erano scadute) e un guizzo di spirito di diversificazione che mi ha spinto a cercare un'alternativa al maiale. La mia amata chef di fiducia mi ha suggerito le zucchine.
Mentre l'acqua era a bollire, ho fatto un decoupage di zucchine e l'ho messo in un tegame con un filo d'olio.


Poi ho preso un ovo e l'ho molecolarmente modificato attraverso uno sbattage. Finito lo sbattage c'ho aggiunto abbondante parmigiano (non state a fa' i precisini colla storia del pecorino) e amalgamato il tutto.


Messe le zucchine sul fuoco, ho salato l'acqua bollente e ho buttato gli spaghetti, come mostra inequivocabilmente l'immagine sottostante.


Cotti gli spaghetti e le zucchine, ho versato gli spaghetti e l'ovo nel tegame ancora caldo e ho accuratamente effettuato un melange degli ingredienti suddetti fino a raggiungere la giusta consistenza e commistione.


Infine ho impiattato e ho aggiunto sopra ancora del grattage di parmigiano. Non è venuta male.

19 maggio 2013

Mél

In questi giorni sto facendo la mia prima dichiarazione dei redditi francese. Ma questo non è l'argomento del post. Nel formulario da riempire per fare la dichiarazione, nel riquadro relativo ai dati personali e firma, ho trovato un termine che mi è risultato completamente nuovo: Mél. Dunque mi sono messo a cercare su internet il significato di questo vocabolo misterioso.
Con mio massimo stupore, vengo a scoprire che si tratta dell'abbreviazione che indica l'indirizzo e-mail. Così come Tél. indica il numero di telefono. Ma questo non è nulla. Scopro [1] che il termine è stato adottato in seguito alla delibera della commission générale de terminologie et de néologie (commissione generale di terminologia e neologismi) interpellata dalla délégation générale à la langue française (delegazione generale per la lingua francese). Allo stesso tempo, la commissione generale ha adottato i termini adresse de courier électronique oppure adresse électronique per designare l'indirizzo e-mail, message électronique per designare il messaggio e-mail e courier électronique oppure messagerie électronique per designare il sistema di posta elettronica.
Sul patetico sciovinismo della lingua francese (e altro) avevo già scritto in questo post: http://stb-09.blogspot.com/2012/11/divergenze-tra-la-lingua-francese-e-me.html.
Adesso vengo a sapere che ci sono addirittura delle istituzioni che promuovono e valorizzano questo sciovinismo. Particolarmente raccapricciante è l'esistenza della commisione di terminologia e neologismi che è la summa della chiusura linguistica di questo paese. Secondo definizione, ha la missione di favorile l'arricchimento della lingua francese. A me sembra che lo stupido proibizionismo dei termini stranieri porti esattamente all'opposto, cioè all'impoverimento. Diversità e commistione, certo non la chiusura xenofoba, sono ricchezza.
La commissione generale, insieme all'Académie française, ha il compito di approvare i nuovi termini proposti dalle commissioni speciali sui neologismi. Io penso che una lingua debba evolvere naturalmente e spontaneamente e non per decreto ministeriale [2].

[1]  http://www.culture.gouv.fr/culture/dglf/mel.htm
[2] http://fr.wikipedia.org/wiki/Décret du 3 juillet 1996 relatif à l'enrichissement de la langue française

18 maggio 2013

Accenno di primavera nel giardino semiparigino

Ma in realtà è piovuto tutto il pomeriggio e fa pure freddo.


14 maggio 2013

Space Oddity

8 maggio 2013

Caronte

 A Eva.

I gabbiani planano con leggiadria e noncuranza intorno al traghetto in partenza. La nebbia che avvolge le bianche scogliere di Dover ovatta il paesaggio. Il freddo umido della prima mattina convince gli altri passeggeri a sostare in luoghi più riparati. Io, invece, sono aggrappato alla ringhiera in coda alla nave (mi scuseranno i marinai per il lacunoso gergo tecnico). L'adrenalina mi scuote il corpo a causa della corsa a perdifiato per non perdere il traghetto. Il treno era in ritardo e l'autobus che mi ha portato dalla stazione al porto sembrava perdere tempo intenzionalmente ad ogni incrocio e ad ogni rotonda per non farmi arrivare in tempo. Non solo adrenalina, ma anche dolore fisico, sguardo annebbiato e conati di vomito. Io e la corsa non ci frequentiamo nè spesso nè volentieri.
Solo quando riesco a riprendere il controllo del ritmo respiratorio mi rendo conto che non sono da solo ad essere preso a schiaffi dal vento sul ponte esterno. C'è una ragazza. É vestita di nero, fuma una sigaretta ed ha lo sguardo fisso in direzione opposta a quella dove sono io. Verso un punto imprecisato in mezzo al mare. Mi metto a sedere ad uno dei tavolini di legno del ponte. Per riprendermi oppure esalare l'ultimo respiro mi accascio con la testa sul tavolo.
Quando rialzo lo sguardo, dopo qualche minuto, la ragazza è seduta di fronte a me. Il cuore salta un battito per lo spavento. É stata più silenziosa di un ninja. Mi sorride e mi chiede scusa. Dice che si è avvicinata per controllare che stessi bene. Mi chiede cosa mi ha ridotto in quello stato e allora io racconto tutta la storia. Il treno, l'autobus, la corsa, il polmone d'acciaio in cui dovrebbero mettermi eccetera. Ha i capelli neri raccolti in una coda e uno sguardo così intenso come non ne avevo mai visti. I suoi gesti sono netti e le parole determinate.
Nell'ora che il traghetto impiega per arrivare a Calais parliamo di tutto. Della vita, dell'universo e di tutto il resto. Raramente mi trovo a mio agio a parlare così a lungo con qualcuno. E mi turba il fatto che la conversazione possa essere interrotta per sempre dalla fine della traversata. Per la prima volta da quando mi ha spaventato a morte apparendo davanti a me, cala il silenzio tra di noi. Dopo un paio di minuti, mi chiede dove sono diretto. Io le spiego che ho alcune cose di lavoro da sistemare a Bruxelles e quindi prevedo una sosta di qualche giorno in Belgio. - Ti do un passaggio - mi dice. Sostiene che sarebbe comunque andata in quella direzione e un po' di compagnia sul suo furgoncino giallo non può che farle piacere. Io accetto entusiasticamente.
Il furgoncino è un vecchio Renault e mi stupisce un po' che abbia targa inglese e la guida a destra. Non pensavo che vivesse in Inghilterra. Glielo chiedo, ma la sua risposta è evasiva. Anzi è una non risposta. Cambia immediatamente discorso chidendomi se mi va di guidare al posto suo. Per me non è un problema e quindi, dopo aver aspettato che tutti i tir e i mezzi pesanti siano usciti dal traghetto, sbarchiamo in terra francese. Un po' impacciato, sono ai comandi di un furgoncino giallo con la guida dalla parte sbagliata.
Il viaggio prosegue liscio e immerso in chiacchere sui massimi sistemi fino al confine con il Belgio. Prima di attraversarlo mi suggerisce di fermarmi a fare benzina. Il carburante in Belgio è più caro, effettivamente. Per sdebitarmi in parte per il passaggio ottenuto, mi offro di pagare il carburante. Ed è proprio mentre sono alla cassa a digitare il codice della carta di credito che con la coda dell'occhio la vedo salire sul seggiolino del passeggero di un'utilitaria nera, che immediatamente parte a tutta velocità dalla stazione di servizio. In quel momento la mia mandibola deve aver toccato terra. Mi riprendo dallo stupore solo quando mi sento chiamare ripetute volte dalla cassiera. - Può riprendere la carta - mi dice. Esco fuori e mi guardo intorno come se tutto il mondo, o almeno tutta l'area di servizio, dovesse essere partecipe del mio shock. Sono deluso dal fatto che nessuno lo sia.
La prima cosa che faccio è controllare se ci siano ancora le chiavi nel cruscotto. Ci sono. La seconda cosa che faccio è chiedermi - E adesso? - ma non ho una risposta. La terza cosa che faccio è aprire il portellone di dietro e controllare cosa c'è dentro. C'è un uomo legato, imbavagliato e apparentemente narcotizzato. Aspetta. Cosa?
Ho un leggero mancamento e devo arreggermi alla portiera per non cadere per terra. Panico. Lo volto e gli tolgo il bavaglio dalla bocca. É Mick Jagger. Aspetta. Cosa?
Mi sembra di essere in un sogno. Ecco. Forse sto sognando. Il freddo è ancora umido come stamattina sul traghetto. La nebbia che avvolge l'area di servizio ovatta il paesaggio. Non siamo lontani dal mare e un gabbiano plana con leggiadria e noncuranza sul furgoncino. L'adrenalina mi scuote il corpo per la scoperta appena fatta. Non ho corso a perdifiato ma ho difficoltà a respirare. Solo quando riesco a riprendere il ritmo del respiro mi rendo conto delle sirene spiegate che si stanno avvicinando velocemente.

6 maggio 2013

Divo Giulio

Palmares:
  • sette volte Presidente del Consiglio
  • otto volte Ministro della Difesa
  • cinque volte Ministro degli Esteri
  • tre volte Ministro delle Partecipazioni Statali
  • due volte Ministro del Bilancio
  • due volte Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato
  • due volte Ministro delle Finanze
  • una volta Ministro del Tesoro
  • una volta Ministro dell'Interno
  • una volta Ministro dei Beni Culturali
  • una volta Ministro delle Politiche Comunitarie
  • sei volte Segretario del Consiglio dei Ministri
  • sempre presente nelle assemblee legislative italiane a partire dalla Costituente del '45 fino al ruolo di Senatore a Vita dal '91 a oggi
  • Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
  • Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
  • Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
  • Balì di Gran Croce di Grazia Magistrale con fascia dell Sovrano Ordine di Malta
  • comparsa nel film Il Tassinaro di Alberto Sordi
  • prescritto per concorso esterno in associazione mafiosa per fatti risalenti fino al 1980
  • varie et eventuali

1 maggio 2013

Les Gorges du Durnand

Ci sono diversi motivi per cui, quando faccio dei viaggi on the road, prediligo farli percorrendo le strade secondarie, dove puoi permetterti di viaggiare con lentezza e tranquillità. Uno di questi è che hai la possibilità di modificare il percorso in ogni momento in base all'ispirazione dettata dalla strada.
In questo modo, durante il viaggio che ho fatto la scorsa estate lungo la via Francigena, ho scoperto Les Gorges du Durnand, una stretta gola con cascate in una valle delle Alpi Svizzere.
Sto scendendo il Colle del Gran San Bernardo e, poco prima di arrivare a Martigny, vedo un cartello marrone di quelli con il simbolo di attrazione turistica che indica una svolta sulla sinistra per queste gorges. Non ci penso due volte e dirigo le ruote verso quella strada in salita.
Punto di partenza della visita è un ristorante dove si deve pagare qualche franco per l'accesso al sentiero in modo da consentire il mantenimento dello stesso. Chiaramente, non avendone mai sentito parlare prima, non so cosa aspettarmi. Quello che mi trovo davanti è una scalinata in legno aggrappata non si sa come alla nuda roccia.

Il camminamento, realizzato per la prima volta nel 1877 e rinnovato cento anni dopo, è indubbiamente spettacolare. Il rombo delle 14 cascate in successione che attraversano la gola contribuisce al fascino del luogo. Certo è che se, come nel caso del sottoscritto, si soffre di vertigini, la vista dello strapiombo sottostante tra uno scalino e l'altro deconcentra leggermente dal panorama circostante. La salita, con un dislivello di 200m, l'ho fatta con molta circospezione, arreggendomi una volta al parapetto e l'altra alla roccia. La discesa, invece, è più tranqullamente in mezzo al bosco. In un'oretta il percorso completo può essere portato a termine.
Malgrado l'angoscia con cui sono salito per quelle scalette, la deviazione dal percorso prestabilito è comunque stata ampiamente ripagata dalla scoperta di queste cascate. In conclusione, metto il link dove è possibile trovare informazioni aggiuntive, localizzazione, eccetera: www.gorgesdudurnand.ch